La Pianta |
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La pianta di Papiro "Ciperus Papirus"
vive unicamente lungo le sponde di due fiumi: il Nilo, in Egitto, e il
Ciane, a Siracusa in Sicilia. Alla base della pianta, l' apparato
radicante è formato dal rizoma, che si fissa al terreno tramite
piccole radici di colore bianco. I nuovi germogli si espandono lungo tutti
i lati mentre la parte superiore è costituita dal caule, o canna
(che è la parte utilizzata per la fabbricazione della carta), di colore
verde esso si assottiglia gradualmente verso l'infioriscenza ,ampia e
ombrelliforme, raggiungendo un' altezza che va dai 4 ai 6 metri e un
diametro che raggiunge i 10 centimetri.
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Il
papiro in Egitto |
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Le fonti storiche ci
narrano che la carta papiro era utilizzata in Egitto fin dal III millennio
a.C. La carta era denominata "Shefedu", così come dai
greci "Biblos" e dai Romani "Charta".
Gli egiziani non hanno tramandato metodi di fabbricazione del materiale
scrittorio; l' unico documento pervenutoci è la descrizione lasciata da
Plinio, nell' opera "Naturalis Historia". Non sono
tante le tecniche di lavorazione elencate da Plinio. Il papiro di migliore
qualità è quello d'epoca faraonica, in particolar modo quello del
periodo Ramesside, dove abbiamo una carta molto sottile e bianca.
Quest' ultima era però riservata per la scrittura di testi sacri, era
infatti denominata "Ieratica" ed era il materiale di
scambio più pregiato. Dal papiro, inoltre, si fabbricavano oggetti quali
ad esempio sandali, corde, recipienti, ceste e imbarcazioni per il
trasporto fluviale... tutti prodotti di scambio col Mediterraneo. |
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Il Papiro a Siracusa |
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La prima
testimonianza certa sulla presenza della pianta papiro a Siracusa
risale al 1674, fornitaci dal botanico palermitano Paolo Silvio Boccone.
Oggi il papiro è presente lungo le sponde del fiume Ciane, che scorre a
pochi chilometri da Siracusa. La pianta era già nota ai Siracusani prima
di questa data e veniva chiamata Pappera, Pampera o Parrucca. Questa
veniva utilizzata dai pescatori siracusani per intrecciare corde o dai
contadini per legare i covoni mentre le ampie chiome verdi venivano
utilizzate come ornamenti e durante le festività venivano usate per
ricoprire i pavimenti di strade e chiese. Argomento di discussione fra
botanici e studiosi è l'origine della pianta: si discute se questa
sia autoctona o importata dall' Egitto. Molti
fanno risalire la sua introduzione al tempo di Ierone II : infatti siamo a
conoscenza che in quel tempo si importavano dall' Egitto molte mercanzie,
quindi questa tesi non è improbabile. Si narra infatti che Tolomeo
Filadelfo, inviò delle piante di papiro a Siracusa come simbolo del basso
Egitto. Alcuni storici ritengono che a
Siracusa si fabbricasse Carta Papiro già nel 250 a.C., ma il prodotto
ottenuto era di qualità scadente tanto da continuare le importazioni
dall' Egitto. Grazie alla presenza della pianta papiro lungo le sponde del
fiume Ciane a Siracusa, nel XVIII secolo iniziò la produzione di carta
papiro. Il merito di aver dato inizio a questa millenaria attività è da
attribuire a Saverio Landolina che iniziò gli studi della pianta nel 1780
e nel 1781 riuscì a fabbricare i primi fogli papiracei avvalendosi della
descrizione pliniana. Il suo operato gli diede grande notorietà nel mondo
letterario europeo, dando lustro alla città di Siracusa, tanto che tale
attività è divenuta simbolo della città. Il lavoro di Landolina fu
continuato prima dai Politi e poi da incisori, disegnatori e guide
turistiche per più di tre generazioni. Agli inizi del nostro secolo la
famiglia Naro fondò la cooperativa "La Concordia", l' attività
fu poi continuata dalle figlie Amelia e Lina Naro che ereditarono la
formula segreta dal padre. Negli ultimi decenni varie imprese artigianali
sono nate mantenendo viva la tradizione e facendo sì che il Papiro sia
simbolo della città, dandole lustro e notorietà. |
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